Un pallido alito di luce sfiora queste terre,
le cineree ombre ci sfuggono,
e lontano s’allungano,
dove in un abbraccio sembrano confondersi ed unire.
Sei tu faro del firmamento,
che dall’alto di questa rupe,
porti sollievo alle mie tenebre
e dai forma alla notte incolore;
non voglio turbare questa morbida quiete,
ma sei tu paziente confidente,
scrigno di mille storie di passione,
attenta ed immobile, ma sempre in ascolto.
Ancora una volta fai scrutare,
quel viso ch’ognuno riconosce amico,
specchio ed immagine di lei,
esile guida, e passerella dei pensieri verso il suo cuore.
Vai, corri lontano, nel tuo impercettibile ed incerto
cammino verso le acque perlate,
sorgi su nuove rive silenti,
ed accompagna fra molti,
il mio messaggio d’amore,
fin sotto le sue finestre;
chiaro di luna, bacia la sua fronte,
e contagiala del mio sentimento.
La quiete si fa dolce nell’attesa, mentre m’interrogo confuso
se lo sguardo indiscreto che sull’umanità vigila,
riverbero nel buio che le stelle vela,
celi l’inquietante lato oscuro del suo viso.
Il respiro del grigio tramonto
oltre il ciglio di questo abisso marino,
e la scia che tremola e fluorescente
ci unisce allo sparuto orizzonte,
mi sospingono sul tuo disco incappucciato,
ad incontrarvi, nell’emozione del contatto,
finalmente, in un istante eterno,
il terso riflesso del suo ridente volto.
dB